La celiachia è diventata la più frequente intolleranza alimentare a livello globale. Tuttavia, si stima che 5 celiaci su 6 rimangono non conosciuti.
Il glutine è una proteina contenuta in alcuni cereali, nello specifico, frumento, farro, segale, kamut, avena, orzo e negli alimenti che li contengono.
Nei soggetti predisposti all’intolleranza, l’assunzione di alimenti contenenti glutine può provocare diarrea, spossatezza, gonfiore addominale, dolore addominale o nausea.
Questo accade perché la malattia è di natura infiammatoria e a lungo andare distrugge la mucosa dell’intestino tenue. Le cellule del sistema immunitario innescate dal contatto col glutine, attaccano la mucosa dell’intestino tenue distruggendo i villi, rendendo difficoltoso l’assorbimento delle sostanze nutritive.
Come si diagnostica la Celiachia?
Il primo esame che viene eseguito in caso di sospetta celiachia è il dosaggio degli anticorpi specifici prodotti nel sangue in risposta alla presenza di glutine. I pazienti che risultano positivi all’esame del sangue vengono sottoposti a gastroscopia con biopsia della mucosa del primo tratto di intestino.
Esiste poi un’indagine genetica, effettuata tramite l’esame del DNA, che rileva se il soggetto è predisposto alla malattia. Si consiglia di effettuare l’esame quando il prelievo del sangue e la gastroscopia non sono del tutto chiari.
Esiste una terapia?
Al momento, l’unica terapia per la celiachia è la completa dieta senza glutine: i sintomi scompaiono rapidamente e i villi intestinali recuperano la loro forma.